Google stringe un accordo per salvare i giornali da loro stessi

<<L’informazione è multimediale, interattiva, personalizzata, viaggia su piattaforme e strumenti diversi, veicolata dai social media e dai motori di ricerca.>> dice Bruno Ruffilli su La Stampa <>.

Un click di una distanza incommensurabilmente breve aggiungerei visto che spesso può trovarsi sulla stessa pagina, o anche se non proprio una notizia falsa, di scarsa qualità. Puntando sul traffico e affidandosi a gravidanze di 18 mesi con tanto di applausi in grembo, proprio i quotidiani di casa nostra, più di altri, hanno puntato in larga misura su notizie facili e remunerative.


Potrà il colosso di Mountain View salvare i quotidiani da se stessi? Parliamo dell’accordo tra Google e La Stampa: ovvero la nascita della Digital News Initiative (DNI), una partnership tra otto testate europee (La Stampa, Financial Times, Guardian, Die Seit, FAZ, El Pais, Les Echis e il gruppo NRC Media) e Google per lo sviluppo di nuove forme di giornalismo online, a cui collaboreranno giornalisti, esperti di marketing ed ingegneri di Google.


Una rivoluzione nel mondo dell’informazione fondata sull’accordo tra giornali e Google che ha un po’ il sapore della resa. Chi esce dal guscio forse troppo tardi (in particolare mi riferisco alla situazione italiana) cerca di affidarsi ad altri per innovare. Oramai sarebbe alquanto anacronistico non prendere in considerazione la big G. o altri grandi companies come Facebook, figuriamoci lasciarsi coinvolgere in un inutile braccio di ferro (Axel Springer insegna).


Uno dei punti critici potrebbe essere però quello di passare da un lato all’altro della scala di Likert. Da un narcisismo e autoreferenzialità aristocratica ad un cullarsi beatamente nelle mani dei grandi collosi (privati) di internet. Temo cioè un’informazione meno libera, soggetta a limitazioni (volontarie, ma soprattutto involontarie) legate appunto ai finanziamenti e al ruolo dominante di questi nuovi (relativamente) e in rapidissima ascesa, player dell’informazione.


E’ ormai assodata la crisi dell’editoria e della sua incapacità di trovare risposte economiche soddisfacenti online, e l’accordo potrebbe portare d’altro canto a consistenti benefici: G. stanzierà 150 milioni di euro in tre anni per finanziare progetti di giornalismo digitale da tutta Europa sul futuro dell’informazione, e <<lavorerà fianco a fianco delle redazioni e delle organizzazione per sviluppare un modello sostenibile>>.


Operazione quindi tra pro e contro, che mette in luce l’incapacità di dare delle risposte ai numerosi interrogativi del digitale e delle nuove forme di condivisione e partecipazione rese possibili dal web. Salvare da sé stessi in sostanza chi ha provato a fare innovazione parzialmente, propugnando un modello basato sui volumi di traffico, con il risultato di incorrere in un rischioso depauperamento di immagine e reputazione indotto da pericolose social-manovre.


Qui l’articolo completo.

Qui l’editoriale di Mario Calabresi sull’accordo Google-La Stampa.

Pubblicato da

Alessio De Colle

Student in Informazione, Media e Pubblicità @uniurbit. I write for local Newspapers. In my blog i talk about #journalism #media #marketing http://lecodelselasio.blogspot.it/

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